DIABETE DI TIPO DUE 1.0
DIABETE DI TIPO DUE 1.0
Il diabete di tipo due è una patologia che si contraddistingue per la presenza di quantità troppo elevate di glucosio (zucchero) nel sangue. L’eccesso di glucosio, conosciuto come iperglicemia, può essere provocato da una carente produzione di insulina o da una sua azione non corretta; l’insulina è l’ormone che controlla il livello di glucosio nel sangue. Le forme più diffuse di diabete sono due: il diabete di tipo 1 (con mancanza di secrezione insulinica) e il diabete di tipo 2, causato da diminuita sensibilità all’insulina da parte di fegato, muscolo e tessuto adiposo e/o a una ridotta secrezione di insulina del pancreas.
Che cos’è il diabete di tipo 2 e come lo si riconosce?
Il diabete di tipo due è una patologia molto comune in tutto il mondo Occidentale e nasce da un’imperfezione della secrezione insulinica, che può gradualmente aggravarsi col passare del tempo. Si origina su una condizione antecedente di INSULINO RESISTENZA (resistenza periferica all’azione dell’insulina). Si manifesta quasi sempre in concomitanza di OBESITA’, ASSENZA DI ATTIVITA’ FISICA, ed ERRATO STILE ALIMENTARE.
I sintomi più comuni sono: stanchezza, incremento della sete e della diuresi, malessere, dolori addominali, disbiosi intestinale, mal di testa, depressione. Le principali complicazioni possono1 provocare al soggetto danni anche seri a livello neurologico (neuropatia diabetica), renale (nefropatia diabetica), oculare e cardio-cerebrovascolare (IPERTENSIONE).
L’origine del diabete 2 è multifattoriale ma sempre riconducibile ad un motore scatenante: L’INFIAMMAZIONE DI BASSO GRADO o meglio conosciuta come INFLAMMAGING!
COSA SIGNIFICA INFLAMMAGING CIOE’ INFIAMMAZIONE DI BASSO GRADO?
Inflammaging unisce le parole “inflammation” (infiammazione) e “aging” (invecchiamento). Infiammazione e invecchiamento precoce del sistema immunitario sono due fenomeni collegati e pericolosi per la salute, in quanto si crea un’infiammazione cronica lieve (low grade), persistente (cronica), che non ha sintomi visibili (latente), ma che è in grado di produrre effetti sistemici su tutto l’organismo. Questi effetti sistemici hanno conseguenze sulla salute a 360 gradi e intaccano tutti i comparti dell’organismo, dal sistema immunitario alla pelle, fino ad essere considerata da molti ricercatori come responsabile di un’ampia gamma di malattie cronico degenerative. L’infiammazione cronica di basso grado è infatti considerata come precursore di patologie cardiovascolari (quali per esempio il diabete di tipo due), aterosclerosi, neoplasie, malattie cerebrali, patologie epatiche, sarcopenia.
Il processo cronico silenzioso non viene attivato in conseguenza ad un’aggressione esterna per difendere l’organismo, bensì si auto-sostiene a causa dell’indebolimento del sistema immunitario che provoca la produzione di molecole (citochine) pro-infiammatorie, a causa di errati comportamenti e stili di vita.
L’ infiammazione parte sempre da un dismetabolismo con deposito di grasso viscerale intorno agli organi, il quale, essendo pro infiammatorio, richiama interleuchine infiammatorie all’interno del tessuto adiposo, abbassando il metabolismo. Lo stato infiammatorio delle cellule adipose riduce i recettori dell’insulina la quale troverà più difficoltà a far entrare le molecole di glucosio all’interno delle cellule (per produrre energia) e di conseguenza si avrà un innalzamento dello zucchero nel sangue (IPERGLICEMIA). Se l’insulina non porta lo zucchero dentro le cellule, questo verrà portato dentro gli adipociti e trasformati in trigliceridi, aumentando lo stato infiammatorio.
Quando l’insulina è alta, l’autofagia non può avvenire (l’autofagia cellulare o autofagocitosi è un meccanismo cellulare di rimozione selettiva di componenti citoplasmatici danneggiati, che permette la degradazione e il riciclo dei componenti cellulari) e quindi le tossine non vengo eliminate dal corpo.
Ecco perché NON BISOGNA MANGIARE 5 volte al giorno perché teniamo sempre alta l’insulina che rallenta l’autofagia!!!!
RELAZIONE TRA DIABETE DI TIPO DUE E ALTI LIVELLI DI CORTISOLO
Nel diabete di tipo due, i livelli di infiammazione cronica aumentano in un arco temporale che va da qualche anno a decenni. Una DIETA NON ADEGUATA, ricca di zuccheri e cereali raffinati, cibi industriali, elevati livelli di insulina, un’attivazione cronica di cortisolo, l’ormone dello stress e la componente genetica contribuiscono all’insorgenza dell’inflammaging.
Da un lato la sovralimentazione e l’obesità promuovono l’infiammazione con l’insulino-resistenza che attiva risposte infiammatorie che possono danneggiare organi e tessuti e nel tempo dare origine al diabete di tipo due. Dall’altro l’essere costantemente minacciati da fattori di stress esterni come alimentazione sregolata, stili di vita errati come fumo, alcool, sedentarietà, eccessiva esposizione a stress chimici, ambientali, elettromagnetici, abuso di terapie antibiotiche non strettamente necessarie, ecc., provoca una risposta immunitaria smodata che dà vita ad infiammazione.
Per rispondere allo stress l’organismo produce ELEVATI VALORI DI CORTISOLO, perché questo ormone (detto anche ormone dello stress) va immaginato come un pompiere che dovrebbe spegnere l’incendio\infiammazione, ma non riesce a farlo perché la legna su cui è divampato il fuoco produce solo fumo senza riuscire a spegnersi, causando ancor più infiammazione. Insomma un circolo vizioso che nel tempo complica il quadro infiammatorio cronico di basso grado.
Anche il microbiota intestinale riveste in quest’ambito un ruolo di primaria importanza, poiché la disbiosi intestinale non correttamente gestita, può causare una situazione infiammatoria con aumento della permeabilità intestinale. La conseguenza è un aumento della zonulina, la traslocazione di alcuni frammenti batterici dal lume intestinale alla sottomucosa con iper-attivazione dei macrofagi. Alterazione della flora intestinale ed invecchiamento precoce del sistema immunitario sono correlati alla comparsa del diabete di tipo e alla sua correlazione con i problemi di celiachia.
CONSIGLI ALIMENTARI NEL DIABETE DI TIPO DUE
La prima cosa da adottare, in caso di diabete di tipo due è un’alimentazione che riduca lo stato infiammatorio e che porti ad un abbassamento dello zucchero nel sangue, migliorando l’insulino resistenza.
A tal proposito suggerisco di:
– evitare cibi con elevato carico glicemico (IC < 10) e indice glicemico (IG <100) quali patate, anguria, banane, riso, mais, fichi, datteri ed uvetta secca, bibite zuccherate analcoliche, alcool, ananas, pane bianco, pane di segale, pasta, yogurt alla frutta e latte intero.
– MAI assumere FRUTTA LONTANO DAL PASTO perché innalza troppo la glicemia e quindi il diabete di tipo due, ma sempre ad inizio del pasto; ottima l’albicocca perché ha un basso indice glicemico ed è ricca di vitamina A, E;
– TOLGIERE il CARBOIDRATO a partire dalle ore 16 per evitare un eccessivo stimolo insulinico e l’innalzamento del diabete di tipo due;
– ridurre drasticamente i LATTICINI perché stimolano la produzione di insulina e bloccano un eventuale dimagrimento;
– il diabete di tipo due è una malattia che parte da uno squilibrio di fegato, quindi la prima cosa da fare per migliorare l’iperglicemia è DEPURARE IL FEGATO attraverso l’utilizzo di alimenti colagoghi e coleretici quali carciofo, tarassaco, cardo, pompelmo, the verde, rosmarino, menta;
– nella dieta non possono mancare aglio, cipolla, fagioli, ceci, lenticchie, fagioli di soia, nocciole, noci poiché aumentano l’azione dell’insulina e hanno un basso indice glicemico.
–associare sempre l’assunzione del carboidrato con la fibra alimentare perché la fibra rallenta l’assorbimento del glucosio e innalza meno rapidamente la glicemia. Consigliato quindi iniziare il pasto con della VERDURA CRUDA di stagione;
– evitare tutti i grassi di derivazione animale in quanto rallentano l’ingresso del glucosio all’interno delle cellule.
-se ogni tanto si assumono le patate queste vanno lessate, raffreddate e successivamente scaldate per altre cinque minuti prima di mangiarle. Condite con il limone e NON con l’aceto, per cambiare l’amido resistenza e diminuire il carico glicemico.
– consigliato il lievito di birra ricco di cromo e di vitamina B di cui è carente il diabetico
-usare come spezia la cannella (1 g/dì) perché mima l’azione dell’insulina.
DIABETE DI TIPO DUE: SUGGERIMENTI INTEGRATIVI
Quali sono i suggerimenti naturopatici indicati in caso di diabete di tipo due?
-Abbassare lo stato infiammatorio;
-riequilibrare la funzionalità epatica dalla quale dipende il buon funzionamento del pancreas sia a livello endogeno che esogeno;
-migliorare la captazione del glucosio da parte dell’insulina;
-ripristinare l’eubiosi intestinale.
Per tutte queste funzioni ci vengono in aiuto fitoterapia, micoterapia, alcuni sali minerali e vitamine.
CROMO PICOLINATO: è un minerale essenziale che ha ricevuto molta attenzione come integratore alimentare, poiché le fonti alimentari di cromo sono scarse e la concentrazione è generalmente bassa. Negli ultimi anni, numerosi studi condotti in merito hanno rivelato che il cromo aumenta le azioni dell’insulina soprattutto in chi soffre di insulino resistenza, migliorando il controllo dello zucchero, normalizzando i livelli nel sangue. Dose consigliata 1000mcg/dì, da assumere alla sera perché segue il ritmo circadiano dell’insulina che è poca alla mattina e tanta alla sera.
MORINGA OLEIFERA: è una pianta commestibile molto nutriente, poiché fornisce all’organismo numerose sostanze essenziali come vitamine, minerali, amminoacidi e acidi grassi appunto essenziali, per questo motivo viene considerata un suoerfood. Tradizionalmente, la moringa viene utilizzata come rimedio antinfiammatorio, per trattare dolori articolari, come coadiuvante nelle infezioni batteriche, virali e micotiche e per prevenire:
– patologie cardiovascolari;
– diabete di tipo due;
– tumori.
Ad oggi gli studi clinici sull’uomo della moringa sono scarsi ma mostrano un potenziale utilizzo della pianta in caso di diabete, reumatismi e per preservare la memoria in età avanzata.
Gli integratori di moringa sono generalmente formulati a partire dalle foglie essiccate della pianta, spesso associate ad altre piante.
Alcuni studi condotti, inizialmente su ratti e poi sull’uomo, evidenziano che la Moringa oleifera aiuta a mantenere stabile e nella norma i valori di glucosio nel sangue, aumentando la tolleranza a tale composto chimico ed esercitando un effetto anti-diabetico nel trattamento del diabete mellito. Le ricerche dimostrano che trattando i pazienti con Moringa oleifera c’è una riduzione del glucosio nel sangue, dello zucchero e delle proteine nelle urine.
VITAMINA E: normalmente il diabetico ha bassi valori di questa vitamina ed in generale di antiossidanti. La vitamina E oltre ad essere un potente antiossidante migliora l’attività insulinica, aumenta l’afflusso di sangue agli occhi e diminuisce i valori della proteina C reattiva. Dose consigliata 400-800 UI/dì.
COPRINUS: è il più importante fungo con effetto antidiabetico in quanto è ricco in vanadio, minerale che ha un chiaro effetto sul diabete di tipo due. Inoltre, il coprinus riesce a chelare questo minerale che è un attivatore delle cellule beta del pancreas e regola il rilascio dell’insulina, aumentandone la sensibilità periferica e modulando contestualmente il sistema immunitario. Dose consigliata 3g/die
REISHI: mantiene l’eubiosi intestinale a favore dei Bacteriodes, impedendo un aumento dei Firmicutes, batteri che, se presenti in eccesso, inducono insulino resistenza e diabete di tipo due. Adatto soprattutto in caso di infiammazione viscerale e di obesità; se la persona è sotto farmaci anticoagulanti e antiaggreganti assumere il MAITAKE.
CURCUMA LONGA: la curcuma è una pianta erbacea perenne della famiglia delle Zingiberacee, cui appartiene anche lo zenzero. La parte utilizzata come spezia è il rizoma, ossia la porzione sotterranea del fusto, e la molecola che costituisce il principio attivo della pianta è la curcumina.
La curcuma è da secoli utilizzata come rimedio contro il diabete di tipo due nella medicina ayurvedica e nella medicina tradizionale cinese ed il primo studio scientifico in cui se ne analizzano gli effetti risale al 1972. Fin da allora il mondo scientifico ha prodotto numerose pubblicazioni in proposito.
La scienza medica moderna è da anni interessata allo studio di questa pianta, soprattutto per le numerose proprietà attribuite al curcuminoide denominato curcumina. Grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, la curcumina è in grado di modulare l’attività di proteine chiave del processo di produzione di insulina a livello del pancreas, ma anche di ridurre il danno al pancreas causato dal malfunzionamento delle cellule beta (le cellule pancreatiche che secernono insulina).
Inoltre, la curcumina, ha proprietà antiossidanti è, cioè, in grado di difendere l’organismo dai danni dello stress ossidativo che porta alla formazione di molecole pro-infiammatorie le quali contribuiscono allo sviluppo del diabete. A livello cellulare la curcumina interagisce con specifiche proteine modulandone l’azione e, in particolare, sopprime l’attività di molecole infiammatorie. Allo stesso tempo, interferendo in varie vie metaboliche, è in grado di migliorare l’iperglicemia, l’iperlipidemia, l’obesità e tutto ciò che è legato ai processi infiammatori dell’organismo.
Dott.ssa Maria Chiara Destro
Blog Maria Chiara Destro Padova
Maria Chiara Destro (@mariachiaradestro.it)
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